Prendo spunto da un turbamento di un amico – raro e prezioso è il poter chiamare amico una persona a cui non hai mai potuto stringere la mano – per riflettere sulle nubi. Pier non riconosce più le nubi o, meglio, non riconosce più le forme che le nubi si portano dietro. Presenze minacciose e pesanti, che sanno di gelo e cattivi presagi. Sembra che Pier stia cercando altre nubi, quelle di ieri, perché quelle di oggi lo turbano.
Ma chi guarda ancora le nubi? Mi chiedo quali occhi riescano a seguirne il movimento cangiante e indovinarne la nuova forma, il nuovo simbolo. Guardare le nuvole è un passatempo– passatempo? no, direi privilegio – di pochi, di poche anime che non hanno dismesso lo sguardo dei bambini, è un privilegio di chi ha tempo per sé stesso, di chi vive la curiosità come un assioma della propria esistenza. Io, il cielo e le nubi. E il vento, il vento che respira e soffia, invisibile e modellatore, artefice di uno scorrere di forme e vite.
Le nubi non muoiono mai, e se mai ti stanchi di guardarle non muori neanche tu. Ogni nuvola è un respiro, è una traccia, è un’ipotesi . A osservarle impari a capire come cambia la tua forma, ti soffermi ad annusare il vento che ti trasforma, sai che non sarai più ciò che sei adesso. Guardi una nube e ti riconosci, un gatto che dorme, una nave, un orso, una ciabatta, le ali di un angelo, un topo che fugge, la sua coda che vibra. E sei tu, lassù,che guardi quegli occhi che seguono il vento, il cielo, la nube…
Oggi ho guardato più volte in cielo. Ho osservato le nubi, tante, che mi hanno accompagnato. Erano quelle di sempre. Stesso sapore di gioco, stesse sembianze di vita che scorre. Ho alzato lo sguardo con il timore di non riconoscerle più, di non poter mutare io forma, di trovare un mondo nuovo. E ho compreso il turbamento di Pier, forse per qualcuno superfluo. Vivere d’altro, di qualcos’altro che non muta, che non vive i tuoi sentimenti, un gelo che taglia il cielo e che impedisce di modellare i contorni. Nubi senza forma e senza significato. E uno sguardo di bambino inutile, una ricerca di cambiamento vana, un vivere pigro sotto un cielo senza nubi da osservare.
No, non sarà così Pier, troverai le tue nubi di sempre, e quelle di oggi saranno memoria per lo sguardo curioso di un fotografo dell’anima.