Lenticchie e grani di pepe

Se mi voltassi all’improvviso verso la finestra ormai appannata dal vapore della pentola che bolle con le lenticchie e le verdure sono certo che ti vedrei, appannata e calda, con la mano che vorrebbe aggirare il vetro di nebbia e gli occhi fissi a cercarmi oltre le nebbie del ricordo. Eppure non mi volto, non oso farlo. I ricordi sono grani di pepe e lenticchie a cucinare, immersi nel calore a cercare morbidezza e gusto, sono al di qua delle nebbie che riempiono le trasparenze, la tua mano è stata in mille luoghi e in mille piaceri per poter aggirare una finestra chiusa ed inutile.

C’è chi scrive di vittorie epocali e imbratta parole e silenzi con la mediocrità della luce grigia di una giornata grigia, ed io, che di vittorie ne ho vissute poche, non ne sento il gusto asciutto e solido, non ne vivo l’entusiasmo e le prospettive, mi fermo e non volto lo sguardo neanche verso la finestra chiusa e appannata. I numeri che esaltano la vittoria vengono stritolati da urla e da mani senza speranza, un popolo analfabeta che ha indovinato la casella per la matita, e prime donne a vantarsi e a piantare paletti e il grigio mediocre di una giornata grigia che ti nasconde, che blocca la tua mano.

Se mi alzassi per girare con il mestolo di legno le verdure e le lenticchie che cuociono mi soffermerei sui ricordi che rimescolo per dar loro la giusta consistenza e il gusto complice contro questo grigiore diffuso e pubblicato ogni cinque minuti. La tua mano nella mia, i tuoi occhi a farmi godere, il letto sfatto, i tremori che conservo, la luce bianca del tuo incedere, la finestra aperta sul mare, i libri regalati. Eppure non mi alzo, non voglio farlo. Il vapore che si alza ricopre i vetri come nebbie venute da lontano, separa i grigiori con sapienza acuta, nubi e mani lì fuori, mediocrità e ricordi qui dentro, la pentola che bolle e i tuoi occhi che scrutano. Ma sto fermo e non volto lo sguardo, non afferro il mestolo.

Se potessi svanire come il vapore che muore e rivive sul vetro di una finestra chiusa e annoiata, se potessi mettere in acqua bollente i ricordi crudi e vederli rigirare come grani di pepe, se potessi aprire la finestra e trovarti nitida e calda al di là delle nebbie, se potessi tenere la tua mano mentre rimescolo le lenticchie da consumare con un buon vino rosso e i crostini di pane, se potessi ammutolire tutte le voci sguaiate di chi ha vinto con me, se potessi diventare io vetro di nebbia e sguardi fissi…

Mi alzo e volto lo sguardo verso la finestra, una patina opaca nasconde il grigiore di un’assenza di mani e occhi, sollevo il mestolo e rimescolo lenticchie e grani di pepe.

Apro una bottiglia di vino. Le lenticchie sono quasi cotte.

Lascia un commento