Resto a terra anche stasera, non volo. Ho buoni motivi per farlo, avessi una vela l’avrei ammainata, avessi dei remi li avrei tirati su. C’è un sole che si muove rinnovandosi ad ogni curva, lo ritroverò domani, stasera non si vola. Ti ho abbracciata per pochi minuti, pochi per il percorso del mio pensare, mi hai tenuto stretto per qualche attimo oramai caduto giù, adesso non sei qui. Non si vola.
Non si vola ormai da tempo. Inutile negarlo. Perchè amarsi è cosa ardua e amarti è un gioco impossibile, e tu che non lo sai puoi vivere reggendo il mio sguardo, seguendo i tuoi vicoli che si perdono o ritornano ciechi e sorridenti. Seguirti è un gioco rovinoso, attimi che precipitano giù e sequenze di silenzi. Se mi fermo non ti fermi, se ti seguo non ti muovi, se ti vengo incontro non ti trovo. Ma tu non sai nulla di tutto ciò.
Resto a terra a seguire un’auto che va via, tu seduta dietro senza sorrisi, due occhi a fissarmi e una voragine che canta e balla, due occhi fissi e io ancorato a terra, senza ali, senza motori, senza più occhi da fissare. Ma non serve chiedere aiuto, l’auto si muove, il tempo continua a muoversi come sempre, la voragine gira e canta e balla, la terra mi trattiene, l’auto va via.
In altri tempi mi sedevo sulle rabbie e concimavo i gesti con sguardi sempre nuovi, ero da quella parte della vita in cui basta una sola canzone per piangere e gli orizzonti non hanno orizzonti, si sta seduti solo davanti al sole e davanti ai mari. Adesso sono coperto da patine di anni e mi vergogno dei miei occhi lucidi. Non posso volare. Ho scelto di scegliere i mali minori e di lasciare andare il resto, ho scelto le pozzanghere che i laghi mi fanno paura, e non ti ho scelto come tu non potrai scegliere me perché l’amore non si sceglie, è acqua torrenziale che rovina sui tetti, sugli alberi, sui muretti, sulle lune costruite giorno dopo giorno, acqua torrenziale che va via come l’auto, come i tuoi occhi fissi su di me per un breve tratto di esistenza, acqua che va via e lascia rivoli sporchi e pozzanghere da guardare.
Così resto a terra e non volo, ancorato al fango della terra e con l’acqua torrenziale dei tuoi occhi fissi che vanno via.