Correnti

So che mi osservi, da qualche parte hai occhi che mi osservano, forse seduti ad ogni angolo dei nostri ricordi, come soprammobili da spostare di tanto in tanto. So tanto di te, più di quello che sei riuscito a sapere tu in questi anni, e sono tanti anch’essi, dietro o dentro noi, non importa.

So che mi stai osservando, seduto e con il computer acceso, e mi insegui con le parole, mi osservi perché sai dove trovarmi e sai cos’è quella macchia di dolore che porto dentro, ben celata a molti e che a volte dimentichi o nascondi o rifiuti. Mi alzo e agito il mondo attorno con poche decisioni, quasi sempre di sopravvivenza, e non smetto di chiedermi perché, pur osservandomi, sei ancora lontano, così lontano da avvertire la tua assenza anche con te davanti.

Non credere che fosse il tuo volto adolescente a bloccare il mio sguardo, io non so come sei entrato dentro me, come se ti avessi inalato nel tempo, con la lentezza del tuo pensare e l’inconsistenza del tuo vivere, come se non potessi fare altro che ritrovarmi nei tuoi modi, io nella mia vita e tu nella tua. E non credere che fosse il tuo sapore di maschio a bloccare il mio incedere, io non so come ti ho ritrovato nei miei pensieri, come se ti avessi assorbito nel tempo, con la dolcezza del tuo sguardo timido e l’inconsistenza del tuo amare, come se non potessi fare altro che ritrovarti nei miei modi, tu nella tua vita ed io nella mia.

Adesso non voglio vederti, non voglio sapere di te e dei tuoi umori, mi hai osservato ma hai celato parte di te ed io non riesco più a volerti vedere. Come se la parte che hai mostrato fosse lì solo per accontentarmi, e altre parti – più vaste, più esili, non importa – te le portassi lontano da me per una vita che doveva sfuggirmi, dedicata a te solo e a te solo visibile. No, non voglio vederti.

Al mattino tutto è difficile, alzarsi ed essere pronti ai respiri e agli sguardi, il caffè aiuta ma è questione di attimi, respiri e sguardi non ingoiano caffeina e zucchero. Ogni mattina rivedo quel poco della mia vita che si siede ancora accanto, non saprò mai se sono stata la madre che avrei voluto essere e la compagna che avrei potuto essere, mi immergo nei gesti soliti di una vita con figli, uomo e gatti e non mi riconosco più. Una sorta di medusa portata dalle correnti dei tragitti da compiere, delle spese da effettuare, dei dialoghi strozzati o urlati che siano, correnti di orari da strattonare, finestre chiuse da aprire, cibo da preparare.

Tu eri lontano da ciò, seduto agli angoli dei nostri ricordi o sulla sedia in cucina, senza correnti che ti trascinassero e come uno specchio da osservare. Eri lì perché sapevi parlare ai gatti che ti affidavo, eri lì ad aprire una dimensione che non riuscivo a vedere da sola, eri lì perché eri rimasto con gli stessi occhi con cui mi hai visto la prima volta, senza sapere perché, eri rimasto.

Al mattino tutto è lo stesso della sera prima, e la luce che arriva non cambia gli odori e gli umori. Non riesco ad osservarti così come vorresti fare tu, non ci riesco perché devo badare a tante altre cose e stare attenta alle correnti, devo volgere lo sguardo ancor più dentro e comprendere tutto il difficile che ho accumulato, devo stringere i pugni e sapere ancora cosa cucinare per la sera, devo incartare uno specchio appannato e metterlo da parte. Le cose van fatte nei tempi dovuti, al mattino il caffè, la sera è per ripulire la noia.

So che mi osservi e so tanto di te, quasi ti sento seduto a rovistare i miei pensieri, ad osservare i ricordi da spostare e a celare una parte di te. Credevo di poterti incontrare al di fuori delle correnti e speravo di poterti vedere. Tu sei lì, lo so, ma son io che non riesco più a muovermi verso di te. E non sono le correnti a impedirmi di farlo, non sono la luce del mattino e la noia della sera a bloccare i movimenti, non è la macchia di dolore che cresce a frenarmi. È che tu sei lì, come uno spazio di libertà, e mi osservi, osservi le correnti e la luce, la noia e il dolore, li hai sempre osservati. Hai voluto osservare me e celare parte di te.

Ed io non riesco più a raggiungerti.

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