Silenzio

E’ il silenzio che, infine, scuote.

Questo silenzio, notturno e amaro. Ce ne sarebbero parole da sussurrare e gesti da circondare, e occhi da raccontare. E invece a scuotere il tempo è il silenzio, questo silenzio. Non c’è musica che possa zittirlo né ansia che sappia domarlo, arriva in punta di piedi e ti si siede accanto, quasi ti guarda. Ti ascolta, questo sì, ascolta il tuo pensare logoro e stridente, ormai vecchio da tempo  e preparato ad invecchiare ancora, ma non consiglia, non aiuta. Ascolta in silenzio.

Che sia interiore? Un parassita che dorme di giorno ed esce di notte, che si nutre di dubbi e di considerazioni, abbarbicato all’incedere di una sensazione che muta nel tempo, ad un amore impossibile, ad un saluto incarcerato, ai pensieri senza censura, allo sguardo tenero che si è lasciato indietro. Un silenzio che è nato dentro nell’immediato seguire il primo vagito, inconsapevole compagno di vita. Che sia questo il filo su cui appendere ad asciugare le emozioni umide e ribelli, logore o nuove che siano?

Che sia il silenzio l’unica parola vera pronunciata negli anni che vanno via indifferenti?

[24 feb 2014]

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