Pranzo primaverile del nuovo inizio

059 – 20 marzo 16

Pranzo primaverile del nuovo inizio

Tepore di sè in scaloppe di lonza di maiale e abbracci verdi d’asparagi e pepe.
Luminosità nuova in minestra primavera di fave, piselli e cuori di carciofo e ricchezza d’olio extravergine d’oliva dei luoghi vicini.
L’acqua della fresca fonte si fa bella e il pane casareccio la osserva ammirato, il rosso Sirah di terre siciliane regala riflessi ambrati al cumulo di pensieri segreti da esplorare mentre la voce nordica di Ane Brun abbraccia i raggi solari allegri e freschi di equinozio.
Solitudo colorata e passi a venire q.b.

Piccola cena del riordino delle idee

058 – 17 marzo 16

Piccola cena del riordino delle idee.

Richiamo d’idee in riso integrale con luce d’asparagi e funghi e ombre speziate.
Rendiconto di se in assaggio d’insalata di lattuga e olive nei pressi.
In silenzio ostinato l’acqua fresca di fonte ricorda al pane di forno a legna il cumulo di pensieri che il rosso d’Etna dormiente elabora sulle note d’acciaio di Laurie Anderson.
Solitudo serale ed esistenza disordinata q.b.

Pranzo chiaro del libero vagare

057 – 9 marzo 16

Pranzo chiaro del libero vagare

Silenzio di campo in pappardelle avvolte da asparagi selvatici e ricotta dei pressi con sortita di basilico e pecorino.
Incontro di spazi bianchi in insalata di lattuga, spinaci, olive e sorpresa di feta e mela.
Frescura di pensieri in arancia di terra e sole.
Il pane di forno a legna incrocia il cammino liquido dell’acqua di fonte e il bianco Cristo di Campobello allunga il soffio del tempo sulle note leggere dei concerti per violino di Bach.
Solitudo vagante e desiderio di spiaggia q.b.

Pranzo degli elementi ridenti

056 – 4 marzo 16

Pranzo degli elementi ridenti

Luminosità di mare in fusilli al gioco di tonno e pomodoro con spezie divertite.
Curiosità di terra in incontro di avocado e feta ai coriandoli di pepe.
Richiamo di Sicilia in tarocchi delle terre assolate.
L’acqua di una fonte d’acqua si dilunga in sguardi con il pane di fuoco di legna e il rosso d’Etna ricorda armonie di gusto nell’aria muta all’ascolto delle note ariose dei Genesis.
Solitudo terrosa e brezza di mare senza trivelle q.b.

Pranzo del desiderio scavato

055 – 2 marzo 16

Pranzo del desiderio scavato

Assonanza di sogni in strozzapreti audaci con funghi, pomodorino e verza e desideri piccanti di spezie serene.
Legame d’odori in insalata pepata d’arance e finocchi dei pressi.
Arrendevolezza di gusto in spremuta d’arance siciliane e succose.
Il pane di casa e l’acqua fresca intrecciano desideri lontani mentre il rosso d’Etna scava negli occhi la voglia d’amare delle note lievi di Curtains dei Tindersticks.
Solitudo blu e pensieri vaganti q.b.

Pranzo del pensiero che vaga

054 – 29 febbraio 16

Pranzo del pensiero che vaga

Assenza d’azione in rotondità di strozzapreti al sapore di asparagi selvatici, pomodorini e pigrizia di spezie.
Ritorno di ricordi in insalata d’arance e finocchi dei luoghi vicini con ammirazione di cipollina tenera.
Un rosso d’Etna induce a una leggera meditazione mentre vaga ondoso il dialogo intimo tra il pane di casa e l’acqua di fonte. Una spremuta d’arancia si riposa tra le note smogmagiche delle Orme dei tempi remoti.
Solitudo e ormeggi di pensiero q.b.

Pranzo delle cose che non mutano

053 – 23 febbraio 16

Pranzo delle cose che non mutano

Arrendevolezza d’intenti in penne rigate al suono di cavolfiore e carezze d’olive, pecorino, uvetta e pinoli e salti di danza di tostatura di pangrattato.
Riflessioni sul sè in insalate ridenti di trunzo di jaci e di lattuga e finocchio degli orti nostri.
Attesa di cambiamenti in arance e kiwi dei pressi.
La delicata sobrietà di un rosso Etna consola lo stato d’animo confuso di un pane di casa e l’acqua di una fonte del luogo nasconde la sua timida freschezza mentre le note dense dei Tindersticks ricordano la delusione per ciò che manca sempre.
Solitudo graffiante, spezie d’occhi e nubi distratte q.b.

I prodotti degli orti sono a km zero e non trattati. L’Orto dei semplici è sempre presente e prezioso.

Pranzo dell’amabilità sospesa

052 – 22 febbraio 16

Pranzo dell’amabilità sospesa

Delicatezza d’arancia in fusilli con incontro rosso di tonno e pomodoro datterino al rinfresco di menta e marsala.

Armonia dei passi brevi in trittico d’insalate di trunzo di jaci, d’arance e cipollotto e di finocchio e lattuga con condimenti del luogo.

Persistenza di sè in spremuta lieta d’arance in vista e attesa di kiwi dei pressi.

Il pane fresco di forno in pietra ammutolisce agli sguardi teneri dell’acqua di fonte vicina e il biancore d’intenti di un Corvo Glicine sorvola il silenzio amabile che ascolta l’eleganza pacata David Sylvian.

Solitudo invernale e linee inespresse q.b.

Tutte le verdure e la frutta sono a km zero, provenienti da orti e giardini dei pressi e non trattate chimicamente.

Il cipollotto e il trunzo di jaci provengono dall’Orto dei Semplici.

Per il tonno ringrazio Davide.

Pranzo del pensiero civile

51– 31 gennaio 16

Pranzo del pensiero civile

Armonia di coppia vegetale in marinata di gamberetti freschi e solletico piccante.
Adozione di sapori buoni in tagliatelle alle ortiche e gamberetti con giochi di spezie.
Condivione di diritti fondanti in frittelle alle ortiche e patate con leggerezza di noce moscata.
Allegria d’unione civile in insalata dagli occhi buoni di finocchi, cavolo cappuccio e lattuga.
Il pane delle sane tradizioni ascolta il dialogo serrato tra l’amata acqua di fonte e un bianco Corvo Glicine che accarezza le anime indifese dei frutti di stagione. La musica degli XX fa l’amore con i gusti del giorno e brinda con un rosolio all’alloro del luogo all’amore senza aggettivazioni.
Solitudo, assenza d’occhi e amore di sguardi q.b.

Pranzo del pensiero che guarda altrove

050 – 24 gen 16

Pranzo del pensiero che guarda altrove

Apertura d’orizzonti in gnocchetti di ricotta di gregge locale su amabilità di vellutata di zucca gialla in rotondità di spezie

Ritorno di ricordi in insalate di “trunzo di Jaci” e di ortaggi allegri dell’Orto dei Semplici in condimenti complici.

Sorrisi di sè in fritttura calorosa di mezzelune ardite di zucca gialla e carezze di menta.

Armonia d’aria in chiusura di mandarini e clementine dei passi brevi.

Il pane di fuoco di legna impaziente incrocia lo sguardo distratto dell’acqua di fonte che raccoglie le storie di sogni lontani di un rosso delle vigne dei luoghi d’Etna, mentre le note nomadi di Terry Riley disegnano paesi lontani nei pensieri che vagano.

Solitudo, pensiero di mare e ritagli di me q.b.

Gli ortaggi utilizzati per le insalate provengono dall’Orto dei Semplici (“trunzo di Jaci”, lattughe, finocchio)