Pranzo del maggio ordinario

085 – 9 maggio 2018

Pranzo del maggio ordinario

Risveglio di gusti decisi in incontro di fave fresche, crescenza e tocchi di parmigiano reggiano di stagionatura ferma.
Raccolta di frammenti del sè in fiorentina dormiente di lenta cottura e cuore tenero.
Respiri di maggio in insalata breve
Tocchi di nudità in dolcezza di nespole dell’albero dei pressi.
Il rossore di un vino siciliano dai toni rassicuranti fa da sponda ai racconti maliziosi che un pane casareccio dirige con amore verso un’acqua fresca e giovane, il gusto del cibo danza con le note dei Morcheeba e due ricordi macchiati di rosso non vanno a morire nemmeno dopo quarant’anni.
Solitudo ordinaria e speranze di maggio q.b.

Cena pacata del respiro che si avvita

084 – 24 marzo 2018

Cena pacata del respiro che si avvita

Legami d’amore in antipasto adulto di culatello di terre lontane e ricotta fresca di pecore locali con solletico d’olive in giardiniera.

Respiri d’altri luoghi in risotto alla zucca e amaretti con complicità di spezie danzanti.

Amore di sè in pera cotta al vino rosso e profumi speziati d’arancia.

Il pane cotto in forno a pietra si accosta all’acqua fresca di fonte per ascoltare il suono bianco di un Alcamo pieno di sole mentre altri suoni avvitano respiri e parole che dondolano tra i pensieri e i Rolling Stones.

Solitudo di primavera e visione di lei q.b.

Pranzo del tempo che non si coglie

083 – 19 febbraio 2018

Pranzo del tempo che non si coglie

Attesa d’occhi in antipasto disarmato di bresaola in olio e limone, tocchi nudi di parmigiano e loquacità iberica di vermut.
Lentezza d’esistenza in penne al forno con tremori di cavolfiore dei pressi e pensieri d’olive, pecorino e uva passa accarezzati da pangrattato tostato.
Residui di tempo trascorso in avocado semplice con voglie di olio, limone e pepe.
La tristezza dell’acqua priva degli occhi di un pane assente è raccolta e dissolta dai racconti senza tempo del prosecco di Conegliano Valdobbiadene mentre il tempo non colto s’arrampica sulle note progressive degli Yes.
Solitudo invernale e nuovi passi da non contare q.b.

Pranzo sereno del ritorno a casa

082 – 2 gennaio 2018

Pranzo sereno del ritorno a casa

Accoglienza di casa in ricotta infornata dei pascoli vicini.
Sapori di terra e sangue in puntine di maiale ai ferri e danza di pomodori cuore di bue in insalata lenta.
Il pane morbido di forno a pietra sommerge di storie un’acqua limpida e attenta e il rosso di un vino dei luoghi noti colora i ricordi di incontri casuali e il nome scolpito a dar nome alla biblioteca di Pentedattilo. Le note lievi dei Cicarettes after sex danno spessore al gusto e alla memoria.
Solitudo acquietata e sorrisi a latere q.b

Piccola cena limpida del cervello in fuga

081 – 14 agosto 2017

Piccola cena limpida del cervello in fuga

Fugacità di pensieri in pollo alle mandorle e zenzero con variante dai sapori mediterranei e biancore di riso basmati.

Assenza di radici in insalata di pomodoro e cipolla rossa di Tropea con inserti di trito aromatico dei passi brevi.

Allontanamento da sè in rosolio all’alloro delle mani che respirano.

Il pane di forno vicino s’immerge in dialoghi senza parole con l’acqua allegra e distante il tempo di uno sguardo, il prosecco di Valdobbiadene conserva la voglia di andare lontano in un’estate d’attese e fotografie in mostra, le note ondeggianti dei Cluster ricordano navi in partenza e cervelli in fuga.

Solitudo assestata, assenza di sale e volo d’aquila ferita q.b.

Pranzo fugace dei luoghi amati

080 – 2 agosto 2017

Pranzo fugace dei luoghi amati

Articolazione di pensieri freschi e pereirana memoria in omelette di erbette dei pressi con uova di familiare generosità.

Sapore di terra amica in insalata di patate dei luoghi vicini e condimento senza chilometraggio.

Il vino bianco di terre tra Etna e mare ingentilisce la frescura dell’acqua di fonte vicina e i gesti innamorati del pane del buon Michele, la voce rara di Neil Young accarezza l’anima indurita dal ricordo della strage eterna mentre i luoghi amati riposano all’ombra di pensieri d’altre terre.

Solitudo di sè, tranquillità d’iperteso e bellezza di Bastioncello q.b.

Pranzo del desiderio vulnerabile

079 – 24 luglio 2017

Pranzo del desiderio vulnerabile

Agganci siculi in grigliata di peperoni in olio e limone.

Sospensione d’idee in pauro alla griglia e sapori liquidi di terra dei pressi.

Visione ermetica in insalata mediterranea con abbracci di feta.

Respiri di novità in tocchi rossi di anguria fredda.

Il pane di casa riaffiora dal torpore e offre all’acqua di fonte desideri e trame d’amore mentre il bianco del vino dei luoghi vicini protegge dai risvolti taglienti della vita un desiderio vulnerabile rimasto indifeso. I brani di Brunori Sas coprono tristezze e polveri del giorno prima.

Solitudo e alunni dispersi q.b.

Pranzo sornione dell’io orbitante

078 – 15 aprile 2017

Pranzo sornione dell’io orbitante

 

Regalità di sapori in peperoni in agrodolce con uvetta e concerto di erbe aromatiche.

Serendipità leggera in olive verdi condite.

Legami di sé in incontro di arance e finocchi con menta e prezzemolo e vivacità di spezie.

Carezze di sole in tocchi di patate al condimento siculo.

Tocco di fragole in arrendevole semplicità.

Il vino dei luoghi vicini s’inebria delle storie sagaci che un pane caldo di forno racconta alla fresca liquidità dell’acqua di fonte, le musiche ardenti di Astor Piazzolla danzano con i ricordi e i desideri e lasciano tracce di un io orbitante e sornione..

Solitudo stretta e foto a venire q.b.

Pranzo prezioso del turbamento che non sale

077 – 11 aprile 2017

Pranzo prezioso del turbamento che non sale

Ariosità di gusto in tagliatelle e pesce spada con coro di pomodoro, capperi, spezie ed erbe danzanti.
Accoglienza d’occhi in insalata d’altre mani con farro, ceci, pomodorini e rucola.
Asprezza tonificante in sicilitudine di limoni in insalata.
Arpeggio di sensi in fragole nude al tocco.
Il pane offre fraganza di forno all’acqua di fonte fresca e ravviva ricordi d’amori passati al bianco chardonnay di terre siciliane mentre i suoni iberici dei Radiotarifa levano ormeggi e rifugi e si trasportano oltre le misure di massime e minime.
Solitudo e intrugli chimici q.b.

Pranzo pacato della domenica incolore

076– 19 febbraio 2017

Pranzo pacato della domenica incolore

Arpeggio di dialoghi in salsa di avocado con piccanterie e scherzo di stracchino, taralli e crostini.

Adagio di dissolvenze in linguine al nero di seppia di mare addormentato.

Equilibrio di verde e bianco in insalata sorridente di lattuga e finocchi dell’orto dei semplici e intervento di spinaci.

L’acqua silenziosa e fresca di fonte respira il calore del pane di forno giovane e fragrante, il bianco Cataratto si dispone sul nero con l’amabilità siciliana di chi accoglie e gioca con le note nordiche di Ane Brun mentre la domenica incolore si estende e vaga.

Dialogo di figlia, pensieri mordicchiati e “seduto o non seduto” q.b.