Pranzo della solidità del terzo principio della dinamica

074 – 29 gennaio 2017

Pranzo della solidità del terzo principio della dinamica

Azioni a distanza in lessatura di patate con crema al gorgonzola.

Robustezza dinamica in reazione di bistecca ai ferri in bagno d’olio e spezie.

Carezze di fisica newtoniana in equilibrio di sapori d’arancia, finocchio e cipollina fresca.

Eleganza di sapori in quanti di peperoni in agrodolce con orbite d’uvetta e tostatura di pane.

Un Cerasuolo di Vittoria dall’aria rilassata si gode la discussione amabile sul terzo principio della dinamica tra un caldo pane dei pressi e una fresca acqua di fonte mentre i sorrisi di violino dei concerti di Bach s’insinuano tra ricordi lontani e pensieri vicini.

Solitudo radente e passeggiate sotto la pioggia q.b.

Pranzo semplice del canto terreno

072 – 5 gennaio 2017

Pranzo semplice del canto terreno

Decantazione del caos interiore in bruschette di pane di casa e salsa d’avocado con sussurri piccanti.

Sapore cruento di vita abbandonata in bistecca alla brace affogata nel vino ed esaltazione di spezie.

Sapienza di vita contadina in insalata aromatica di arance, finocchi e cipollina fresca.

Il vino rosso di un’Etna innevata accompagna caloroso il dialogo interiore di un’acqua di fonte dimessa mentre il pane di casa osserva con occhi invernali i timidi raggi del sole gentile, le note consumate e terrene dei CSN&Y si dilungano in sogni e viaggi interminati.

Solitudo acquietata, carezze di candela e libri da inniziare q.b.

Pranzo sorridente della pioggia muta

068 – 25 settembre 2016

Sorrisi di sè in bollito di manzo alla crema selvaggia di erbe e spezie con vocìo allegro di acetelli.

Rimembranze di altre piogge in serenità di breve insalata di lattuga e pomodoro.

Esagerazione sicula in persistenza di gusto di cannolo alla ricotta.

Chiusura d’intenti in liquore d’alloro delle mano che scrivono.

Il pane ancora caldo di forno a pietra racconta di nubi grigie e tenere al calice d’acqua di fonte vicina, il rosso di un Nero d’Avola s’imbeve di storie bagnate e silenziose portate da una pioggia muta e amica. Cadono sulla tavola, come gocce di pioggia sorridente, le note spesse dei Notwist.

Solitudo e pioggia di sè q.b.

Pranzo del rientro a terra

067 – 20 settembre 2016

Pranzo del rientro a terra

Semplicità d’intenti in zuppa di zucca lunga con patate, cipolle, festosità di pomodoro e spezie e bisbiglio di pecorino grattuggiato.

Discorsi sul sé in grigliata di melenzane alla menta e peperoni rossi al limone verde.

Sorrisi ritrovati in liquore all’alloro dei passi brevi.

La terra vicina accompagna il rosso del vino di Saro e l’acqua sorseggia le fresche parole del pane di casa, le note rauche di Janis Joplin accolgono il rientro a terra di un pensiero fragile.

Solitudo e chiusura d’occhi q.b.

Pranzo del mormorio esistenziale

066 – 3 agosto 16

Pranzo del mormorio esistenziale

Ebbrezza di pollo in crema al marsala e indugio sottile di spezie assolate.
Rossore d’audacia in piccola insalata di pomodori con condimento di terre prossime.
Eleganza di sapori in peperoni in agrodolce con uva passa e tostatura serena di pangrattato.
Il vino rosso di una Sicilia stanca si adagia sugli sguardi freschi dell’acqua di fonte e il pane di solido forno a pietra racconta l’agosto che sonnecchia. Le note avide dei suoni attenti dei Japan s’insinuano tra pensieri e mormorii d’esistenza e di pause.
Solitudo di stelle e notti a venire q.b.

Cena del ricordo del sè

064 – 5 maggio 16

Cena del ricordo del sè

Arrendevolezza di verde in eleganza di trofie in dialogo di asparagi selvatici e spinaci con commenti di ricotta salata.
Biancore di ricordi in insalata colorata con ventata di feta e mela e condimento semplice.
Un rosso Merlot affila le lame del ricordo mentre il pane esangue di casa ascolta un racconto di amori svuotati dell’acqua di fonte. La musica dei Nouvelle Vague si diffonde ironica sui ricordi del sè sbiadito e addormenta i sogni.
Solitudo e finestre sul mare q.b.

Pranzo della calma apparente

060 – 24 marzo 16

Pranzo della calma apparente

Assenza di venti in groviglio di trofie fresche con carne di maiale, carciofi, pomodori secchi e pizzica di spezie.
Calma d’animo in raccoglimento d’insalata di verdure e mele con gocciolío di semi e condimento dei luoghi noti.
Delizia d’arancia dei pressi in spremuta profumata.
L’acqua di fonte annusa gli odori e i sorrisi di un pane di forno a pietra e un Cerasuolo di Vittoria allarga il suo rosso alle promesse di un sole che illumina e riscalda come le noti morbide di Vinicio Capossela.
Il verde intenso del rosolio all’alloro ripone speranze e riapre le porte.
Solitudo nascosta e vuoti a perdere q.b.

Pranzo primaverile del nuovo inizio

059 – 20 marzo 16

Pranzo primaverile del nuovo inizio

Tepore di sè in scaloppe di lonza di maiale e abbracci verdi d’asparagi e pepe.
Luminosità nuova in minestra primavera di fave, piselli e cuori di carciofo e ricchezza d’olio extravergine d’oliva dei luoghi vicini.
L’acqua della fresca fonte si fa bella e il pane casareccio la osserva ammirato, il rosso Sirah di terre siciliane regala riflessi ambrati al cumulo di pensieri segreti da esplorare mentre la voce nordica di Ane Brun abbraccia i raggi solari allegri e freschi di equinozio.
Solitudo colorata e passi a venire q.b.

Piccola cena del riordino delle idee

058 – 17 marzo 16

Piccola cena del riordino delle idee.

Richiamo d’idee in riso integrale con luce d’asparagi e funghi e ombre speziate.
Rendiconto di se in assaggio d’insalata di lattuga e olive nei pressi.
In silenzio ostinato l’acqua fresca di fonte ricorda al pane di forno a legna il cumulo di pensieri che il rosso d’Etna dormiente elabora sulle note d’acciaio di Laurie Anderson.
Solitudo serale ed esistenza disordinata q.b.

Pranzo degli elementi ridenti

056 – 4 marzo 16

Pranzo degli elementi ridenti

Luminosità di mare in fusilli al gioco di tonno e pomodoro con spezie divertite.
Curiosità di terra in incontro di avocado e feta ai coriandoli di pepe.
Richiamo di Sicilia in tarocchi delle terre assolate.
L’acqua di una fonte d’acqua si dilunga in sguardi con il pane di fuoco di legna e il rosso d’Etna ricorda armonie di gusto nell’aria muta all’ascolto delle note ariose dei Genesis.
Solitudo terrosa e brezza di mare senza trivelle q.b.